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Calci di rigore, la primizia a Rijeka

Una formazione del Kvarner Rijeka del 1953: da sinistra Legan, Ravnich, Cinchella, Zikovich, Vukelic, Pavletic, Drakulic, Giurini, Canjuga, Mrvos

Una formazione del Kvarner Rijeka del 1953: da sinistra Legan, Ravnich, Cinchella, Zikovich, Vukelic, Pavletic, Drakulic, Giurini, Canjuga, Mrvos

I calci di rigore come metodo per determinare il vincitore di una sfida a eliminazione diretta, così come li conosciamo oggi, sono stati codificati dall'International Board riunita a Inverness (Scozia) il 27 giugno 1970. Si stabilì puntualmente l'intera procedura: cinque tiri dal dischetto alternati, effettuati da giocatori diversi, e prosecuzione a oltranza in caso di parità.

Fino ad allora, e in qualche caso anche dopo, le competizioni sotto l'egida di Fifa e Uefa adottavano sistemi diversi e variamente discutibili: la monetina, la ripetizione, lo spareggio. In ambito domestico ciascuna federazione aveva carta bianca: Paese che andavi, regole che trovavi. L'intervento a gamba tesa dell'Ifab stoppò l'anarchia.

Ma i rigori per dirimere l'ostinata parità erano cosa remota. Vennero usati per la prima volta a livello professionistico nel 1952 in Jugoslavia, quando la federazione, in fase di epocale transizione, ne fece un inedito caposaldo regolamentare. La novità era parte di un piano di riforme complesso e vasto, il cui aspetto più evidente era il ritorno della stagione calcistica alla tradizionale scansione autunno-primavera, dopo un breve e infelice esperimento seguendo l'anno solare.

Rivoluzione a Belgrado. Perciò i tornei ufficiali del 1952 si svolsero velocemente tra marzo e giugno, in forma ridotta, mentre la stagione 1952/53 di Prva Liga (prima divisione), Druga Liga (campionato cadetto) e serie regionali fu messa in agenda a partire dalla fine di agosto, sconfinando nella prima metà dell'anno successivo. In un calendario così strozzato non ci fu tempo per armonizzare subito la coppa, intitolata all'ancor vivo e regnante maresciallo Josip Broz Tito. Così l'edizione 1952 si sovrappose alla prima parte del campionato 1952/53: la finale fu fissata il 29 novembre, data patriottica legata alla proclamazione della prima repubblica jugoslava (1943).

Il torneo coinvolgeva 30 squadre di prima e seconda divisione, più le rappresentative militari delle caserme di Skopje (Macedonia) e Pozarevac (Serbia). Prese il via a Ferragosto con la formula della gara secca ad eliminazione diretta e la prospettiva dei calci dal dischetto in caso di parità al termine dei supplementari: fino ad allora anche in Jugoslavia si era fatto ricorso alla monetina.

Derby croato. L'esordio dell'inedito sistema avvenne già nel primo turno. Giovedì 14 agosto, allo stadio Kantrida di Rijeka-Fiume, si affrontarono i locali del Kvarner (dal nome indigeno del Carnaro caro al Vate D'Annunzio) e il Proleter di Osijek. Un derby croato tra formazioni militanti nel girone regionale di seconda divisione, composte da giocatori formalmente dilettanti a libro paga delle aziende della zona, alle quali i club dovevano il reperimento delle risorse. Il Kvarner, maglie rosse, gialle e blu come i predecessori italofoni, era erede legittimo della Fiumana, che tra il 1926 e il 1943 aveva disputato anche la massima serie italiana, grazie al ripescaggio propagandistico voluto dal regime fascista. Il Proleter - tradotto: Proletario, retaggio della retorica comunista - nato nel 1947 fondendo i preesistenti club Slavonija e Bratstvo (Fratellanza), aveva colori rossoblù ed era il portabandiera della Slavonia. 

La sfida finì senza reti, sicché si dovettero giocare i supplementari: siccome non ci furono novità, per la prima volta nella storia dei tornei professionistici ufficiali si fece ricorso ai rigori. Vinse il Kvarner 4-3: l'eroe della giornata, autore del punto decisivo, fu la leggenda Zvonko Canjuga, bomber e rigorista di razza che spendeva a Kantrida gli ultimi spiccioli di una grande carriera, trascorsa tra Hask Gradjanski Zagabria (poi diventata Dinamo), Partizan Belgrado e Metalac Zagabria. Era abituato alle responsabilità, con il "gemello" Stojan Osojnak costituiva la coppia d'attacco più temuta e prolifica della regione.

Il dopo. Gli azzurri fiumani non si fermarono lì. Nel secondo turno, sempre a domicilio, superarono a sorpresa per 1-0 la Vojvodina di Novi Sad, squadra di Prva Liga, guadagnandosi la gita-premio a Belgrado, dove incontrarono la Stella Rossa. La storica partita, valida per i quarti di finale, si disputò il 5 ottobre 1952 nello stadio del Partizan, davanti a 30mila spettatori, e si risolse in un massacro: 8-1 per i biancorossi della capitale, trascinati dalle triplette di Zlatkovic e Vukosavljevic. Per gli outsider croati segnò Valcic, che sul finire del primo tempo firmò il momentaneo 2-1.

La Stella Rossa arrivò in finale e la perse nettamente (0-6) al cospetto del Partizan. Il Proleter Osijek vinse il girone croato di seconda divisione 1952/53, giunse secondo negli spareggi promozione e salì in Prva Liga, dove rimase tre stagioni: nel 1962 cambiò nome in Slavonija, e dal 1968 divenne semplicemente NK Osijek, il nome odierno. Il Kvarner nel 1954 assunse l'attuale denominazione HNK Rijeka, cambiò i colori sociali abbracciando il biancazzurro e nel 1958 approdò per la prima volta nel massimo campionato jugoslavo. Il Rijeka ha vinto la Coppa di Jugoslavia nel 1978 e 1979 e in Coppa Uefa ha battuto pure il Real Madrid (memorabile 3-1 nel catino di Kantrida il 24 ottobre 1984: al Bernabeu, nel ritorno, fu eliminato con tre espulsi e altrettanti gol nel sacco). Dopo la frantumazione della Jugoslavia è diventato un club-guida del calcio croato.

Guarda Partizan-Stella Rossa 6-0, finale di Coppa Tito 1952

Guarda Rijeka-Real Madrid 3-1 del 1984

Guarda Real Madrid-Rijeka 3-0 del 1984

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